La nostra arte

L’incanto onirico di Istanbul nella poesia di Yahya Kemal

In questa composizione Yahya Kemal, uno dei più grandi poeti del periodo della Repubblica, dichiara l’irresistibile fascino subìto da Istanbul, un’autentica seduzione. Non la sua città natale, lui che è nato a Skopje, oggi Macedonia del Nord; non la città in cui ha vissuto tutta la vita, lui che ha girato mezzo mondo, che ha studiato a Parigi, che è stato ambasciatore della Repubblica di Türkiye in diverse capitali estere – da Lisbona a Karachi -, lui che in patria ha vissuto pure ad Ankara, che anche da pensionato si è dedicato ai viaggi, visitando tra gli altri i principali centri dell’Anatolia e del Medio Oriente. Eppure, come afferma nei versi di quest’opera, nessuna città lo ha stregato più di Istanbul, nessuna città gli è entrata di più nel cuore, arrivando ad amarne ogni singolo angolo.

La parola più bella che usa nella poesia è ‘efsunlu‘, ossia ‘incantato’, in riferimento alle bellezze di questo posto a lui tanto caro. Un incanto che nello splendido finale entra in una dimensione onirica, quasi trascendentale, descrivendo il privilegio di chi trascorre a Istanbul lunghi periodi della propria vita, fino addirittura al termine dell’esistenza, come un’esperienza equiparabile a un lungo, dolce sogno ad occhi aperti, quasi da chiedersi se sia stato tutto vero.

Amici del Club, leggiamola questa poesia, originale e mia traduzione, immaginando di osservare Istanbul come fa l’autore, da uno dei sette colli della Penisola storica:

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Aziz İstanbul
Yahya Kemal Beyatlı

Sana dün bir tepeden baktım aziz İstanbul!
Görmedim gezmediğim, sevmediğim hiçbir yer. 
Ömrüm oldukça gönül tahtıma keyfince kurul! 
Sade bir semtini sevmek bile bir ömre değer.


Nice revnaklı şehirler görünür dünyada,
Lakin efsunlu güzellikleri sensin yaratan.
Yaşamıştır derim, en hoş ve uzun rüyada
Sende çok yıl yaşayan, sende ölen, sende yatan.

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CARA ISTANBUL

Ti ho ieri guardata da una collina, cara Istanbul!
Non ho visto alcun luogo che io non abbia visitato, che non ami.
Per tutta la mia vita accomodati come ti pare sul trono del mio cuore!
Persino amare un tuo semplice quartiere vale una vita.


Si vedono tante appariscenti città al mondo,
tuttavia sei tu delle incantate bellezze la creatrice.
Ha vissuto, dico, nel sogno più piacevole e lungo
chi in te molti anni vive, in te muore, in te giace.

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Per l’ascolto, propongo il video sotto, non solo per l’egregia lettura eseguita da Ekrem İmamoğlu, l’attuale sindaco di Istanbul, ma soprattutto per i disegni in bianco e nero, raffiguranti scorci caratteristici della città, e per la musica trasognata che ben accompagna l’atmosfera del testo:

La nostra arte

Kutlama. La grande festa di primavera di Sezen Aksu

Cari amici del Club, come si può già capire dalla musica, in questa canzone di Sezen Aksu, contenuta nell’album Deniz yıldızı del 2008, si celebra una festa, una grande festa:

KUTLAMA
Testo: Sezen Aksu
Musica: Arto Tunçboyacıyan

Memleketime çoktan bahar gelmiştir
Başakları şimdiden göğe ermiştir
Dağlarını gelincik basmıştır
Yer, gök ve yürek çiçek açmıştır

Kirazlar olmadan tez vakitte
Asmanın sürgün veren dallarında
Nergisin, zerenin taç yapraklarında
Seninle baharı kutlamaya geliyorum

Başımı omzuna yaslamaya
Hayata yeniden başlamaya
Bağında, bahçende, pınarlarında
İçimi yıkamaya geliyorum

Caddelerinde kızlarla oğlanlar
Oynaşıyordur şimdi, ah! hem de nasıl
Başlayan, biten, tazelenen aşklar
Başlıyor ömrümüzde yeni bir fasıl

Kirazlar olmadan tez vakitte
Asmanın sürgün veren dallarında
Nergisin, zerenin taç yapraklarında
Seninle baharı kutlamaya geliyorum

Başımı omzuna yaslamaya
Hayata yeniden başlamaya
Bağında, bahçende, pınarlarında
İçimi yıkamaya geliyorum

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L’ho così tradotta:

LA FESTA

Nel mio paese è già arrivata la primavera
Le sue spighe già raggiungono il cielo
le sue montagne si sono riempite di papaveri
i fiori sono sbocciati nella terra, nel cielo, nel cuore

Al più presto, prima che maturino le ciliegie
sui tralci della vite in germoglio
sulle corolle di tutti i narcisi
vengo a festeggiare la primavera con te

Vengo ad appoggiare il capo sulla tua spalla
a ricominciare la vita
a lavarmi dentro
nella tua vigna, nel tuo giardino, nelle tue sorgenti

Nelle tue strade ragazze e ragazzi
amoreggiano ora, ah! una meraviglia
Amori che iniziano, che finiscono, che si rinfrescano
Inizia nella nostra vita una nuova era

Al più presto, prima che maturino le ciliegie
sui tralci della vite in germoglio
sulle corolle di tutti i narcisi
vengo a festeggiare la primavera con te

Vengo ad appoggiare il capo sulla tua spalla
a ricominciare la vita
a lavarmi dentro
nella tua vigna, nel tuo giardino, nelle tue sorgenti

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Sì, in questo brano Sezen Aksu festeggia la primavera come meravigliosa rinascita di tutta la natura, con una musica che ricorda a tratti quella di una sagra, ma solenne al tempo stesso. Dalle lunghe spighe ai prati in fiore, è una festa che va a braccetto con il rinnovamento di cui gode la vita della protagonista, grazie all’amore appena nato. L’amante stesso si fa rigogliosa natura. La corrispondenza tra la stagione del risveglio e il sentimento amoroso consente di ritrovare la gioventù interiore, con tutta la carica di letizia e di vibrante trepidazione che sprizza la canzone; la scena dei ragazzi per le strade va a rinforzare questo messaggio. Per chi canta, è una celebrazione fuori e dentro, dunque, un incanto da godere prima che trascorra il momento.

Due anni dopo, nel 2010, la canzone si è sposata con il film Mine vaganti di Ferzan Özpetek, amico di lunga data della cantautrice. La scena finale, magistralmente pensata, è infatti accompagnata dalle note di Kutlama. Per chi avesse già visto il film, ripropongo al termine di questo post l’intera sequenza conclusiva: notevole l’iniziale contrasto tra il triste corteo e il ritmo, le parole festanti del pezzo, contrasto che poi diviene totale sintonia con le successive immagini da sogno a occhi aperti… A chi non avesse ancora visto quest’opera del regista turco-italiano, incentrata sul tema della diversità, consiglio invece di non aprire il video sotto, senza anticipare e aggiungere null’altro, in modo che possa godersi la pellicola dall’inizio.

Buona primavera a tutti, con l’augurio che sia anche una primavera interiore!

La nostra arte

‘Come pane intinto nel sale’. L’amore spiegato da Nazım Hikmet e la canzone poetica di Onur Akın

Come ci si sente quando si ama veramente? A cosa assomigliano le sensazioni che si provano?

Amici del Club Culturale Galata, in questa poesia del 1959 scritta a Mosca, Nazım Hikmet, uno dei più grandi poeti di tutti i tempi, ci spiega cosa significa l’amore ardente per una persona, attraverso similitudini con situazioni che possiamo vivere tutti i giorni, immagini tanto semplici quanto pure e ricche di trasporto emotivo, di entusiasmo per le piccole, grandi cose:

SEVIYORUM SENİ
Nazım Hikmet Ran

Seviyorum seni
ekmeği tuza banıp yer gibi

Geceleyin ateşler içinde uyanarak
ağzımı dayayıp musluğa su içer gibi

Ağır posta paketini
neyin nesi belirsiz
telaşlı, sevinçli, kuşkulu açar gibi

Seviyorum seni
denizi ilk defa uçakla geçer gibi

İstanbul’da yumuşacık kararırken ortalık
içimde kımıldayan birşeyler gibi

Seviyorum seni
Yaşıyoruz çok şükür der gibi

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AMO TE *

Amo te
come mangiare il pane intinto nel sale

Come svegliarsi di notte in preda al fuoco
e bere l’acqua con la bocca appoggiata al rubinetto

Come aprire un pesante pacchetto postale
senza sapere che cos’è
con trepidazione, con gioia, con sospetto

Amo te
come attraversare il mare la prima volta in aereo

Come quel qualcosa che si muove dentro me
mentre a Istanbul si fa dolcemente buio

Amo te
Come dire ‘grazie al Cielo, viviamo’

* Traduzione da me curata

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La poesia letta dalla voce dello stesso Nazım Hikmet:

Nel 1995 il musicista Onur Akın ha composto una canzone dallo stesso titolo, ‘Seviyorum seni‘. Oltre a riprendere più volte le prime due strofe della poesia di Hikmet, l’artista aggiunge questi versi tratti dal componimento poetico ‘Ne böyle sevdalar gördüm, ne böyle ayrılıklar‘ (Non ho visto tali amori, ne tali separazioni) di İlhan Berk, un altro grande poeta turco, versi anch’essi carichi di innocente passione:

Ne zaman seni düşünsem
Bir ceylan su içmeye iner
Çayırları büyürken
Büyürken görürüm gülüm her sabah
Her akşam seninle
Yeşil bir zeytin tanesi
Bir parça mavi deniz alır beni

Seni düşündükçe
Gül dikiyorum ellerinin değdiği yere
Atlara su veriyorum
Daha bir seviyorum dağları gülüm
Her akşam seninle
Yeşil bir zeytin tanesi
Bir parça mavi deniz alır beni

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La mia traduzione:

Ogni volta che ti penso
una gazzella scende per bere acqua
Vedo i prati mentre crescono,
mentre crescono, mia rosa, ogni mattina
Ogni sera con te
un’oliva verde
un pezzo di mare blu mi portano via

Più ti penso
più pianto rose nei luoghi che hanno toccato le tue mani
Do acqua ai cavalli
Amo ancor di più le montagne, mia rosa
Ogni sera con te
un’oliva verde
un pezzo di mare blu mi portano via

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Le immagini descritte da Berk, un idilliaco rapporto con la natura associato al massimo dei sentimenti verso una persona, ben si sposano con quelle di Hikmet, rendendo il brano musicale armonico nei suoi significati; un accostamento di poesie che si rivela ben riuscito.

Ora possiamo ascoltare l’intera canzone: