I giorni speciali

Il 25 aprile, spartiacque tra un prima e un dopo

In ogni cambiamento di epoca si può individuare uno spartiacque ideale, un periodo circoscritto o un singolo giorno che delimita un prima e un dopo, sebbene spesso si tratti di passaggi tanto inavvertiti al momento, quanto percepiti come netti a distanza di tempo. Il 25 aprile, Festa della Liberazione, è la Festa di un giorno spartiacque. Mercoledì 25 aprile 1945 è il giorno che simbolicamente segna il passaggio da un prima terrificante a uno splendido dopo. Il prima è quello della deriva autoritaria, della negazione di libertà fondamentali, della corruzione ideologica imperialista e ultranazionalista, che portò al razzismo ufficializzato, alla collaborazione nel piano di sterminio del popolo ebraico, alla morte e alla distruzione della guerra, trasformatasi poi in spaccatura fratricida del popolo. Il dopo è quello del ritorno della pace e di una relativa riconciliazione nazionale, della ricostruzione, del boom economico e della prosperità, del godimento dei piaceri della vita a un livello popolare così diffuso come mai prima nella Storia italiana, con particolare riferimento ai mitici anni ‘60.

Il 25 aprile ’46 è uno spartiacque simbolico perché il passaggio non si realizzò in una giornata. In quella data avvenne ‘solo’ l’annuncio dell’insurrezione generale contro i nazifascisti, che si arresero definitivamente qualche giorno dopo. Si consideri inoltre che la liberazione dell’Italia iniziò quasi due anni prima, e il processo di costruzione del nuovo Paese richiese altro tempo: la Repubblica è nata l’anno successivo, più di un altro anno ancora per avere la nuova Costituzione, l’attuazione del piano Marshall…

L’elemento critico su cui vorrei porre l’attenzione è che non sempre si ha la consapevolezza di trovarsi in una situazione negativa, non sempre si avverte la necessità di un cambiamento. Gli italiani dell’epoca si resero diffusamente conto dell’opportunità di avere un ‘25 aprile’ solo a ridosso di questa data. Per lunghi anni, circa venti, la maggioranza non si era accorta della pericolosità di certe idee, di certe dottrine in cui si trovava immersa; non si era accorta della mancanza di certi diritti, per noi oggi scontati; non si era accorta della follia delle guerre di conquista, delle atrocità cui erano destinate persone vicine. Non si era accorta di essere immersa nella pagina più nera della Storia d’Italia.

In un periodo in cui le tecnologie continuano a fare passi avanti da gigante, ma in cui in diverse parti del mondo – anche considerate avanzate, Italia inclusa – imperversano visioni sociali e dei diritti civili ammiccanti a un triste passato, non solo nei bar ma fin dentro ai governi eletti, è fondamentale saper esaminare l’ambiente attorno e cogliere la presenza di pensieri dannosi, la mal disposizione verso determinati individui, il rigetto di libertà individuali e di gruppo a difesa di valori ‘tradizionali’. Una volta presa coscienza di un contesto critico di questo tipo, deve seguire la volontà di liberarsene. La Festa della Liberazione ci deve essere di aiuto proprio in questo senso: il ricordarsi cosa è successo ieri deve essere un suggerimento a guardarci allo specchio del nostro oggi.

Cari amici del Club, il concetto di ‘momento spartiacque’ non si applica esclusivamente alla Storia degli Stati, delle nazioni, ma anche alle vite private: il renderci conto che stiamo vivendo qualcosa di sbagliato è già la base per un nostro personale 25 aprile, per liberarci da attuali grigiori e oppressioni, e voltare pagina. E quando si tratta di noi stessi, tutto può essere più facile, oppure più difficile; comunque, sta sempre a noi.

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Buon 25 aprile, buona Liberazione!

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