Domenica 31 marzo si svolgeranno in Turchia le elezioni locali, scadenziate con precisione ogni cinque anni. Le votazioni riguardano tutte le amministrazioni territoriali in cui si articola l’intero Paese, a partire dalle 81 province – di cui 30 città metropolitane – e i relativi distretti, con la scelta dei relativi sindaci e dei membri dei consigli comunali.
A pochi giorni dall’appuntamento alle urne, i giornali turchi danno sempre più spazio all’atteso evento politico, e i canali TV trasmettono di frequente i video promozionali dei più importanti candidati. L’assegnazione delle province, specie le più popolose e strategiche, è un obiettivo rilevante per i partiti politici che si contendono il potere centrale, rappresentando al contempo una cartina tornasole degli attuali rapporti di forza.
A contendersi i vari Comuni saranno soprattutto l’AKP (Adalet ve Kalkınma Partisi, Partito della Giustizia e dello Sviluppo), fondato dal Presidente della Repubblica Recep Tayyip Erdoğan, e il CHP (Cumhuriyet Halk Partisi, Partito Popolare Repubblicano), che da qualche mese si avvale della nuova gestione di Özgür Özel. L’AKP, la cui ideologia è basata sul conservatorismo sociale e sul neo-ottomanesimo, si presenta con lo slogan ‘Il vero modo di gestire i Comuni per le città del Secolo della Türkiye’, mentre il CHP, fondato da Atatürk, e per questo fedele al kemalismo laicista, per l’occasione ha coniato lo slogan ‘Tutto ciò a cui ci dedichiamo è la Türkiye’.
Se l’AKP di Erdoğan sta puntando sin dal trionfo alle elezioni politiche di maggio ’23 a riprendersi l’amata Istanbul, ma anche la capitale Ankara, dando il colpo di grazia ai tentativi di resurrezione dell’opposizione, il CHP punta a difendere l’enorme successo ottenuto alle precedenti amministrative del 2019, quando riuscì a strappare al partito al governo nazionale queste due città fondamentali.
Le altre maggiori compagini sulla scena sono il MHP (Milliyetçi Hareket Partisi, Partito del Movimento Nazionalista), riferimento per i fondamentalisti del nazionalismo turco; l’İYİ Parti (Buon partito), anch’esso nazionalista e conservatore; il DEM Parti (Halkların Eşitlik ve Demokrasi Partisi, Partito dei Popoli dell’Uguaglianza e della Democrazia), avente a cuore questioni civili come i diritti delle minoranze; il Saadet Partisi (Partito della Felicità), noto per la sua spiccata ispirazione religiosa.
Focalizziamoci ora sulle tre città più prestigiose, vedendo chi sono i due principali candidati sindaci.
A Istanbul abbiamo Ekrem İmamoğlu, il sindaco metropolitano in carica, del CHP, con lo slogan ‘Avanti tutta con il servizio a Istanbul’. Per insidiarlo l’AKP scommette su Murat Kurum, ingegnere edile ed ex Ministro dell’Ambiente e dell’Urbanistica, accompagnato dallo slogan ‘Solamente Istanbul’.
Ad Ankara l’attuale sindaco della Città Metropolitana Mansur Yavaş, avvocato, rappresentante del CHP, viene sfidato da Turgut Altınok dell’AKP, anch’egli avvocato.
A İzmir, invece, il CHP non ha confermato la candidatura di Tunç Soyer, ormai sindaco metropolitano uscente, rimpiazzato da Cemil Tugay; a contendergli la ‘Perla dell’Egeo’ trova Hamza Dağ dell’AKP.
Cosa dicono i vari sondaggi, sempre in riferimento ai tre centri chiave? A İzmir, storica roccaforte del CHP, c’è poca storia: difficilmente Tugay non verrà eletto. Anche nella capitale sembrerebbe che il CHP con Yavaş riesca a rimanere al potere, così come İmamoğlu appare in sensibile vantaggio su Kurum nella ‘Città dai sette colli’.
Staremo a vedere, cari amici del Club … Vi do appuntamento al dopo-elezioni per i risultati!