Che si dice in Türkiye?

Che si dice in Türkiye? – Vittoria del CHP e della democrazia turca alle elezioni locali del 31 marzo

Ed eccoci qui per i risultati delle elezioni locali tenutesi in tutta la Türkiye domenica 31 marzo.

Le percentuali di voti ottenuti su scala nazionale

Il Cumhuriyet Halk Partisi (CHP, Partito Popolare Repubblicano) ha conseguito un successo storico. Innanzitutto, è riuscito a mantenere senza problemi le tre città chiave, con numeri ancora più netti rispetto a cinque anni fa: i cittadini di Istanbul hanno scelto di andare avanti per la strada di Ekrem İmamoğlu, assicurandogli più di 11 punti percentuali di divario su Murat Kurum; anche ad Ankara forte dimostrazione di apprezzamento per l’operato e la figura di Mansur Yavaş, che ha dilagato superando il 60% di voti e lasciando nei dintorni del 30% il rivale Turgut Altınok; Cemil Tugay non ha raggiunto il 50% di consensi a İzmir, ma ha comunque ottenuto agevolmente l’incarico di sindaco metropolitano, come da pronostici, distanziando di quasi

Il confronto tra 2019 e 2024 circa le città conquistate dai maggiori partiti

12 punti percentuali Hamza Dağ. Insomma, nessuno degli uomini selezionati dall’Adalet ve Kalkınma Partisi (AKP, Partito della Giustizia e dello Sviluppo) di Recep Tayyip Erdoğan si è rivelato all’altezza.

Considerando l’insieme delle province, i rapporti di forza tra CHP e AKP si sono invertiti rispetto al 2019: se fino alla settimana scorsa il partito di ideologia socialdemocratica e laicista aveva in mano 21 città contro le 39 del partito conservatore al governo, oggi il primo ne controlla 35 (di cui 14 città metropolitane), mentre il secondo è sceso a 24 (di cui 12 città metropolitane).

Ma non è finita qui: il CHP è divenuto il primo partito sull’intero territorio, scavalcando l’AKP di più di 2 punti percentuali. Il partito fondato da Atatürk non era al vertice assoluto dei consensi da una cinquantina d’anni, mandando alle stelle l’entusiasmo del suo nuovo presidente Özgür Özel e di tutti i sostenitori riversatisi nelle strade a festeggiare sin dalla serata di domenica. Il Presidente Erdoğan, che a Istanbul ha perso perfino il municipio del distretto di Üsküdar, dove detiene la residenza da privato cittadino, ha esplicitamente riconosciuto la sconfitta.

Guardando agli altri partiti, il DEM Parti (Partito dei Popoli dell’Uguaglianza e della Democrazia) ha confermato il suo predominio nel sud-est, aumentando da 8 a 10 le province amministrate. È flop per l’İyi Parti (Buon Partito, di stampo nazionalista), che nonostante abbia conquistato per la prima volta una città, ha visto dimezzare i voti rispetto alle precedenti amministrative, spingendo la leader Meral Akşener sull’orlo delle dimissioni. Risultati deludenti anche per il MHP (Milliyetçi Hareket Partisi, Partito del Movimento Nazionalista), alleato dell’AKP, che ha perso 3 grossi municipi rispetto al 2019 e che rimane sotto al 5% su scala nazionale. Una sorpresa è invece il risultato positivo ottenuto dal Yeniden Refah Partisi (Nuovo Partito del Benessere), guidato da Fatih Erbakan, figlio di Necmettin, uno dei personaggi salienti della storia della politica turca; la compagine conservatrice-religiosa, ispirata a quella di successo negli anni ’90, oltre ad essersi accaparrato 2 città, si pone ora al terzo posto in tutta la Türkiye.

Festeggiamenti nella sede del CHP ad Ankara, durante il discorso del presidente Özgür Özel

Più in generale, siamo davanti a un notevole successo della democrazia turca, cari amici del Club: la nuova mappa amministrativa del Paese – dove si è espanso verso il centro dell’Anatolia il rosso del principale partito d’opposizione -, la nuova leadership nella graduatoria nazionale, quindi l’evidente cambio di vento in corso, lo stanno bene a dimostrare; la libertà nel dibattito politico è evidente anche nella miriade di post satirici che stanno spopolando sui social in questi primi giorni di aprile.

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